giovedì 21 maggio 2009

Metalli alcalini

Serie di sei elementi chimici del gruppo IA (1 secondo la nomenclatura IUPAC) della tavola periodica. Sono teneri se paragonati ad altri metalli e fondono a temperature relativamente basse. Dal punto di vista chimico, i metalli alcalini sono forti agenti riducenti: al fine di ottenere una configurazione elettronica stabile, essi infatti cedono facilmente l'unico elettrone appartenente all'orbita più esterna; reagiscono violentemente con l'acqua formando idrossidi metallici e liberando idrogeno, che si incendia in aria per l'alta temperatura di reazione. La loro elevata reattività li rende difficili da trovare in natura allo stato puro.

In ordine di numero atomico crescente, essi sono: litio, sodio, potassio, rubidio, cesio e francio. Quest'ultimo elemento esiste solo in forma radioattiva.

Il Litio è il capostipite della famiglia dei metalli alcalini. E’ il primo elemento solido, poiché segue l’idrogeno e l’elio. E’ un metallo leggerissimo, poiché la sua densità è circa metà di quella dell’acqua. E’ l’elemento con il potenziale standard di riduzione più negativo. Queste caratteristiche ne fanno, non a caso, il componente chiave delle batterie di ultima generazione per apparati elettronici. Nella foto lo si vede galleggiare sul solvente nel quale è conservato.

Il Sodio è un elemento da tutti conosciuto e sentito nominare, principalmente riguardo l’acqua minerale. Anch’esso è un alcalino e non molti sanno che, a parte quando disciolto in acqua, è un metallo tenero ed argenteo, facilmente tagliabile con un coltello. A causa della sua elevata reattività, viene conservato sotto olio di vaselina o etere di petrolio.

il Potassio, anch’esso metallo tenerissimo e dal colore brillante, si distingue da sodio e litio che lo precedono per una reattività ancora più accentuata.

il Rubidio, conserva le stesse proprietà dei suoi cugini alcalini, ma si distingue per un prezzo elevatissimo, che sfiora i 150 euro al grammo!

il Cesio, anch’esso molto costoso, anche se non come il rubidio, ha letteralmente segnato il nostro tempo: Nel 1967 la tredicesima conferenza generale dei pesi e delle misure definì il secondo come la durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini dello stato fondamentale dell'atomo di cesuio 133.

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