I controlli previsti dal REACH (Registration, Evaluation, Athorisation of CHemicals) consistono, per la maggior parte dei casi, in test chimici su animali. Nel 2005 si stimava che ne sarebbero stati uccisi fino a 50 milioni.
Si sperimenta su ratti, conigli e cani per verificare se una sostanza:
- è tossica per l’essere umano
- è nociva per gli occhi umani
- è irritante per la pelle umana
- provoca tumori o malformazioni nell’uomo
- interferisce con il sistema endocrino umano (ghiandole, fegato, pancreas, ecc)
Ma le differenze significative in termini anatomici, fisiologici, biochimici e metabolici tra gli organismi delle specie su cui si sperimenta e l’organismo umano, sono tali da non rendere attendibile e veritiera l’applicazione sull’uomo dei risultati ottenuti sugli animali.
Ecco qualche esempio tra i più eclatanti.
IRRITAZIONE OCULARE
Procedura: l’animale abitualmente utilizzato, e previsto nel REACH, per i test di irritazione oculare è il coniglio albino. Nella maggior parte dei casi non si prevede l’anestesia. Con questo esperimento si cerca di individuare l’irritazione causata da una sostanza che viene a contatto con gli occhi. Si introduce in uno degli occhi (l’altro serve da controllo) un quantitativo predefinito della sostanza da testare, e si studiano le reazioni possibili: arrossamento, rossore, gonfiore delle palpebre, ulcerazione, lacrimazione.
Critica: le reazioni oculari ad una sostanza chimica sono strettamente collegate alla conformazione anatomica dell’occhio e allo stato immunitario, fisiologico e genetico dell’animale. E inoltre:
• l’occhio umano è strutturato in modo molto diverso rispetto a quello del coniglio albino.
• la nostra cornea è più spessa e ricopre una percentuale di superficie oculare inferiore.
• una membrana oculare (la m. di Bowman) nell’uomo è sei volte più spessa.
• la nostra lacrimazione è in grado di espellere sostanze nocive mentre quella dei conigli è molto scarsa e la sostanza rimane per più tempo all’interno dell’occhio
• le palpebre, che giocano un ruolo importante nella rimozione delle sostanze, sono decisamente diverse.
Il grado di irritazione viene inoltre valutato in maniera del tutto soggettiva dall’operatore che esegue il test, pertanto il responso dipenderà dalla sua esperienza e sensibilità e non da elementi oggettivi.
Metodi alternativi: è possibile adottare in alternativa una strategia integrata di studio basata su metodi matematici, statistici e chimici, per esempio attraverso la semplice misurazione del pH della sostanza. Oppure avvalersi di altri test biochimici, come la misurazione delle proteine rilasciate dal liquido lacrimale in seguito all’esposizione alla sostanza.
TOSSICITA’ RIPETUTA
Procedura: il test di tossicità a dosi ripetuta previsto dal REACH implica l’impiego per ogni sostanza di 60 ratti ed eventualmente di 32 cani. L’esperimento mira ad individuare gli effetti tossici sull’organismo umano in seguito alla somministrazione ripetuta di dosi di una sostanza chimica. La sostanza analizzata viene introdotta ripetutamente nell’animale - di solito tramite alimentazione forzata - per un periodo 28 ai 90 giorni.Durante
l’esperimento si possono osservare:
• alterazioni della pressione
• anemia
• aggressività
• debolezza muscolare
• tremori
• coma
• e a volte la morte
Al termine del periodo di test si uccidono gli animali rimasti vivi e si passa all’analisi dei loro tessuti e organi interni.
Critica: il modo in cui un organismo reagisce alle sostanze chimiche dipende dal suo metabolismo. Tra l’uomo e il topo (o il cane) su cui vengono di norma compiuti questi esperimenti ci sono notevoli differenze di metabolismo:
• la velocità con cui vengono metabolizzate le sostanze varia in base alle dimensioni e al peso
• gli enzimi coinvolti nei processi di reazione variano da specie a specie
Queste differenze comportano che una stessa sostanza può essere espulsa in alcuni animali ed accumulata in altri, provocando così effetti completamente diversi.
Metodi alternativi: è possibile ricorrere a una strategia integrata di metodi matematici e statistici e test in vitro. I primi consentono di studiare approfonditamente le caratteristiche chimiche e fisiche della molecola e di fornire una predizione dei possibili effetti. I risultati ottenuti potranno poi essere confermati attraverso studi in vitro.
CANCEROGENESI
Procedura: il test di cancerogenesi è previsto dal REACH con l’impiego di almeno 400 ratti per ogni sostanza da testare. Subito dopo l o svezzamento si somministra ai giovani ratti la sostanza chimica e poi si valuta l’esito dell’esposizione mediante analisi del sangue, dei tessuti e degli organi. Il test dura 5 anni. Tutti gli animali coinvolti muoiono a causa delle patologie indotte durante la sperimentazione oppure vengono uccisi per effettuare le analisi.
Critica: tra l’organismo umano e quello degli animali comunemente impiegati nei test di cancerogenesi, sussistono una serie di differenze che non consentono di considerare validi per l’uomo i risultati ottenuti. Per esempio:
• la velocità con cui una sostanza viene metabolizzata è di solito inversamente proporzionale alla taglia dell’animale (in topi e ratti quindi questo processo è molto più rapido che nell’uomo).
• in topi e ratti la B la crescita cellulare è molto rapida (hanno unamaggiore predisposizione all’insorgenza e allo sviluppo di tumori).
• gli organismi di ratti, topi, cani, gatti e criceti sono in grado di auto-produrre la Vitamina C, uno dei più importanti antiossidanti e protettori nei confronti del cancro, mentre l’uomo ha la necessità di assumerla con il cibo.
Metodi alternativi: per i test di cancerogenesi, già dagli anni ’70 si impiegano metodi in vitro che ricorrono a batteri. Si tratta di test dimostratisi determinanti nella lotta contro il cancro. Per esempio, grazie ai metodi in vitro:
• si è scoperto il meccanismo che trasforma le cellule sane in cellule cancerose
• si sono individuate le caratteristiche delle cellule tumorali che ne determinano la proliferazione, e quindi la crescita del tumore.
Niente è veramente cruelty free perchè tutte le sostanze sono state sperimentate su animali in anni passati come ancora oggi, quello che possiamo fare pero' è non comprare prodotti con ingredienti di nuova generazione e quindi obbligatoriamente da testare per non incrementare la vivisezione.
Ecco qui i siti utili per informazioni e la lista no cruelty delle marche di prodotti personali non testati su animali :)
http://www.lav.it/
http://www.lavocedeiconigli.it/lista_%20nocruelty.htm
giovedì 14 maggio 2009
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